Sette Terre per un grande sogno

“SOGNATORI, CON I PIEDI BEN PIANTATI NELLE SETTE TERRE”


Il vicepresidente Antonio Lecchi: “Istituiremo una commissione di degustatori che assaggerà annualmente i nostri vini, per garantire qualità certificata ai consumatori”
Lunedì 21 luglio 2014, presso Casa Virginia a Villa d’Almè (BG), si è tenuto l’evento lancio di Sette Terre, la nuova Associazione di Viticoltori Indipendenti di Bergamo, a cui hanno preso parte rappresentanti delle Istituzioni, giornalisti, ristoratori e viticoltori. Tra le autorità politiche presenti anche gli onorevoli Antonio Misiani ed Elena Carnevali, e i sindaci dei Comuni delle sette aziende aderenti all’associazione.
Durante la conferenza stampa il presidente di Sette Terre, Carlo Ravasio, ha presentato le finalità dell’associazione, nata per promuovere l'identità storica, culturale, ambientale e sociale del territorio bergamasco. “Vogliamo dare dignità al vino e rendere i bergamaschi orgogliosi della propria terra. Non sono cose da poco, perché quando si è orgogliosi della propria terra la si rispetta, la si cura e la si fa conoscere. Cercheremo, dunque, un rapporto costruttivo prima di tutto coi bergamaschi e poi col resto del mondo. Ma, badate bene, non saremo noi ad andare nel mondo, semmai chiederemo al mondo di venire qui, nel nostro territorio, a visitare le nostre cantine. Si tratta di un sogno? Solo le generazioni future potranno dirlo”. Sette Terre non prevede un numero chiuso di aziende aderenti, ma è pronta ad accogliere tutti coloro che intendono condividere le finalità programmatiche dell’associazione.
E sul nuovo modo di comunicare la qualità del territorio bergamasco, il vicepresidente Antonio Lecchi ha puntualizzato: “Vogliamo trovare una terminologia che dia identità alla qualità del vino bergamasco. Siamo stanchi di sentire usare le parole “vitigni internazionali”, o “taglio bordolese”, noi vogliamo produrre vino di qualità con “l’anima di Bergamo nel bicchiere”. Anche per questo istituiremo una commissione di degustatori formata da enologi, sommelier, giornalisti ed esperti del settore, che assaggerà annualmente i nostri vini, attribuendo il marchio Sette Terre ai soli prodotti che raggiungeranno gli 85/100 di punteggio. Un modo concreto per rispettare i consumatori, che potranno finalmente essere certi di acquistare prodotti di qualità certificata”. Un programma ambizioso che prevede, inoltre, interventi sperimentali su varietà autoctone o innovative, in ciascuna azienda, volti ad individuare il vitigno che possa esprimere al meglio l’identità della terra.
Sette Terre come i sette terreni vocati che rappresentano le peculiarità vitivinicole di ciascuna azienda dell’associazione: Maiolica per la Caminella, Marna per Casa Virginia, Volpinite per Cascina Lorenzo,
Sass de Luna per Eligio Magri, Arenaria per Le Corne, Flysch per Sant’Egidio e Torbiditi per Valba. “Da un punto di vista geologico, la fascia collinare della bergamasca è formata da una tale molteplicità di terreni di origine eluviale, da dimostrarsi estremamente vocata per la produzione vinicola di qualità. – ha spiegato durante la conferenza stampa l’agronomo Giacomo Groppetti – I diversi terreni, formati da micro areali, permettono a ciascuna produzione vinicola di esprimere nel bicchiere, le peculiarità tipiche di ogni terra”. I terreni geologici eluviali, ossia autoctoni, originatisi dal disgregamento delle rocce sul posto, senza il trasporto del detrito, sono dunque l’eccezionale peculiarità della terra bergamasca.
Nel corso della serata, che ha visto la partecipazione di oltre 200 invitati, è stato proclamato il vincitore del concorso per la creazione del logo di Sette Terre, con lo slogan “La terra, l’ambiente, la qualità, l’anima di Bergamo nel bicchiere”. Tra gli 84 lavori pervenuti, il logo che ha dato un volto all’associazione - un’onda di vino racchiusa in un calice, che diviene lo skyline di Bergamo Alta - è stato realizzato dal ventiquattrenne, grafico bergamasco, Roberto Adobati, che si è aggiudicato un premio di 1000 euro.

L'anima di Bergamo è nel bicchiere, non resta che degustarla.