SakeSakeSake, mi sake mi piace
26 - 27 giugno
Milano
50 etichette di Sake, interpretate dalle mani esperte di mixologist e chef di quattordici locali milanesi selezionati. Da Carlo e Camilla in segheria a ElitaBar, dal Rebelot a Ugo, dal Mag a Rita, un percorso di degustazione tra tradizioni e insoliti accostamenti, per far conoscere al pubblico le mille sfumature del popolare vino di riso nipponico
Venerdì 26 e sabato 27 giugno (dalle 18.00 alle 2.00), approda a Milano una rassegna inedita e curiosa: SakeSakeSake – Mi sake mi piace, il festival del Sake. Aprono le porte al popolare vino di riso nipponico, 14 tra i locali, bar e ristoranti più cool della zona del Naviglio Grande e dintorni: 28 Posti, Carlo e Camilla in segheria, ElitaBar, Esco Bistrot Mediterrano, Luca&Andrea, Macelleria Masseroni, Mag, Pinch, Rebelot, Rita e Rita&Sons, Taglio, Trattoria 4b, Ugo.
SakeSakeSake – Mi sake mi piace, organizzato da Shokokai Japan (Central Federation of Societies of Commerce and Industry, Japan) fa parte di JAPAN SALONE, una serie di appuntamenti e iniziative voluti dal Governo giapponese all’interno del Palazzo delle Stelline di Milano che vanno a completare il calendario degli avvenimenti già in programma al Padiglione Giapponese in EXPO.
Una festa dedicata alla conoscenza e alla riscoperta di una bevanda, simbolo della cultura nipponica, proposta dalla rassegna milanese, in un percorso gustativo che ridefinisce il tradizionale vino di riso e lo mostra sotto una luce inusuale per l’Italia: un prodotto capace di offrire molte sfumature, decisamente sconosciute ai più.
Nel corso della 2 giorni, da via Tortona a Via Vigevano, da via Corsico all’Alzaia Naviglio Grande, da Ripa di Porta Ticinese a Via Meda, le lanterne bianche e rosse saranno il segno distintivo dei luoghi dove la creatività di barman e barlady darà forma a suggestive e insolite composizioni, per nuove alchimie tutte da scoprire.
Attraverso le migliori tecniche di miscelatura, i bartender dei 14 locali selezionati per la rassegna, proporranno agli avventori un viaggio di degustazione nel mondo del SAKE: un’occasione da non perdere sia per i cultori, sia per i molti e attenti appassionati di food & beverage sempre alla ricerca di nuovi prodotti, sapori, esperienze. Inoltre gli estimatori delle particolarità culinarie potranno gustare saporiti piatti a base di sake preparati dagli chef dei ristoranti aderenti all’iniziativa. Tutte le info sul Festival al sito www.sakesakesake.com
Media partner della 2 giorni dedicata al Sake è Guide Me Right, una piattaforma web e mobile dove è possibile scoprire e prenotare nuove esperienze in compagnia di un Local Friend, una persona del posto che condivide il proprio tempo libero e le proprie conoscenze locali come è solito fare con un amico in visita nella sua città. In occasione di SakeSakeSake – Mi sake mi piace i Local Friend attivi sul territorio e in zona Naviglio Grande offriranno ai viaggiatori che lo deisderano l’opportunità di scoprire le vie d’acqua di Milano seguendo l’itinerario del festival. Info su www.guidemeright.com
IL SAKE
Che cos’è il Sake? Come si produce?
I cereali,
impiegati come materia base nel Sake, sono molto usati anche in altre culture
per la produzione di alcolici, per esempio la birra o altri distillati quali
whisky, vodka o gin: il Sake, però, non è né una birra, né un distillato. È,
invece, molto più simile a un vino.
Le materie prime
usate per produrre il Sake sono acqua, riso e fermenti. Il riso per
produrre il Sake, o SAKAMAI, è di varietà particolare, appositamente
selezionato e dal chicco di maggiori dimensioni rispetto a quelli che solitamente
in Giappone sono a uso alimentare. Sono dunque varietà di riso più ricche di
amido.
Il riso viene
pulito attraverso un procedimento chiamato SEIMAI in pratica è levigato per
eliminare la parte più esterna, talvolta fino a ottenere solo il cuore di amido.
A questo punto si lascia il riso in ammollo, perché assorba una giusta quantità
di acqua: si va da un minuto a una notte intera. Individuare la giusta quantità
di acqua che il chicco assorbirà è importante per preparalo alla fase della
cottura. Il riso è, infatti, cotto al vapore in un grande contenitore chiamato
KOSHIKI.
Il riso cotto
subisce uno dei trattamenti più delicati della produzione del Sake. Si
inocula, infatti, una muffa nobile chiamata KOJI (Aspergillus oryzae) che si
presenta come una impalpabile polvere verde. Questa muffa, penetrando nel
chicco, trasforma gli amidi, diversamente infermentescibili del riso, in
zuccheri più semplici che potranno successivamente essere aggrediti dai
fermenti per la trasformazione zucchero-alcol.
Il riso sul quale
sono state con grande cura polverizzate le spore del KOJI è adagiato per circa
36-45 ore in vassoi a loro volta messi in una speciale stanza tenuta a
temperatura e umidità elevata chiamata KOJI MURO. Il riso così trasformato
prende il nome di KOJI.
Al Koji si
aggiungono acqua e fermenti per preparare lo SHUBO, ovvero “la madre” del Sake.
La si lascia fermentare per circa due settimane e, quando è pronta, viene
trasferita in grandi taniche dove nei successivi 4 giorni, per tre volte, viene
aggiunto riso cotto, acqua e ancora Koji. In questo modo il volume
iniziale raddoppia ogni volta che viene aggiunto altro Koji e acqua fino a
ottenere il Moromi.
In questa fase, si
attuano quelle che si chiamano fermentazioni parallele multiple del Moromi,
dove il Koji continua il suo lavoro di saccarificazione degli amidi, mentre i
fermenti iniziano a trasformare gli zuccheri in alcol. Questo periodo varia da
produttore a produttore: da 18 a 32 giorni. E’ possibile, inoltre, una piccola
aggiunta di alcol, pratica moderna che viene giustificata per donare aromi
vivaci e freschi al prodotto.
Il Sake fatto
unicamente con acqua, riso e Koji è chiamato JUNMAI, mentre quello che si
avvale dell’aggiunta di alcol è detto HONJOZO. Una volta che la fermentazione
ha fatto il suo corso si passa alla fase della spremitura: JOSO.
Il prodotto viene
lasciato riposare per circa 6 mesi prima di essere imbottigliato ed è
solitamente diluito con un 20% di acqua per abbassare il grado alcolico dai 20
ai circa 16 gradi, per ottenere un prodotto di più facile bevibilità. Inoltre,
il Sake può subire una pastorizzazione prima ed eventualmente dopo
l’imbottigliamento.
I LOCALI
Ecco i fantastici 14 che accolgono il Festival milanese del Sake.
28 posti
Via Corsico 1, Milano
www.28posti.org
Un bistrot di cucina contemporanea di solo 28 coperti, nel cuore dei Navigli. Il progetto architettonico ha riportato il locale allo stato originario inserendo nuovi elementi prodotti interamente con materiali di recupero, creando un'atmosfera intima e accogliente. La cucina è una cucina contemporanea, che utilizza prodotti di stagione, orientata a valori etici, attenta alla qualità, al rispetto dell'ambiente e all'equità dei processi di produzione. I lavori edili sono stati eseguiti dai detenuti dell'Istituto Penitenziario di Bollate, che hanno potuto beneficiare dell'Art. 21 prendendo parte al cantiere, esperienza che prosegue con percorsi di formazione a favore di detenuti e rifugiati politici.
Carlo e Camilla in segheria
Via Giuseppe Meda 24, Milano
Un posto magico che
nasce dall’incontro tra le menti creative dello chef Carlo Cracco, dell’art
director Tanja Solci e del ristoratore Nicola Fanti. Gli spazi sono quelli di
una vecchia segheria, di cui sono stati mantenuti gli elementi originali: dai
muri, al pavimento, compresi alcuni strumenti di lavoro, attraverso un recupero
architettonico il più conservativo possibile. A metà strada tra un ristorante e
un cocktail bar, ha un cortile esterno, con un porticato dove nei mesi
primaverili ed estivi si può cenare o bere qualcosa all'aperto.
Elitabar 17-02
Via Corsico 5, Milano
www.elita.it
Nel 2013 Elita, movimento di alcuni artisti della
scena musicale elettronica, e non solo, milanese che anima la Milano Fashion
Week e il Festival del FuoriSalone al Teatro Franco Parenti, dà vita a un luogo
di food&beverage: Elitabar 17-02, aperto tutti i giorni dalle 17 alle 2 di
notte. Padrone di casa di Elitabar 17-02, Alioscia Bisceglia, musicista dei
Casino Royale e uno dei padri di Elita, che è anche gran conoscitore e amante
della buona cucina. La cucina è attiva oltre la mezzanotte per i più nottambuli
e propone piatti che partono dalla cucina italiana fino ad abbracciare sapori
da tutto il mondo.
Esco Bistrot Mediterrano
via Tortona 26, Milano
www.escobistromediterraneo.it
Bistrò
mediterraneo, laboratorio di sapori e officina di innovazione dello chef
Francesco Passalacqua. Esco nasce dalla passione e si avvale della tecnica,
dell’esperienza e della continua ricerca di ingredienti stagionali e di
qualità, spesso provenienti da piccole produzioni artigianali. Sapori
mediterranei ed essenzialità, con espliciti rimandi alla tradizione piemontese,
sono il filo conduttore di un’esperienza ispirata al concetto di versatilità
per gustare cibo eccellente, ritrovarsi per un aperitivo, uno spuntino rapido o
un cocktail a conclusione di serata.
Luca&Andrea
Alzaia Naviglio Grande 34, Milano
www.lucaeandreanavigli.it
Cafè-bar con
piccola cucina sull’Alzaia del Naviglio Grande. Luca&Andrea nasce da una
chiara volontà dei proprietari: “vi sorridiamo, vi coccoliamo, vi serviamo come
al Ritz. I nostri muri portano i segni dei mille chiodi che hanno sostenuto
opere d’arte più o meno ambiziose; il nostro bancone i segni di molte battaglie notturne; il nostro
marciapiede quelli di infinite domeniche di isole piene di gente rilassata e
con la pancia piena”.
Macelleria
Masseroni
Via
Corsico 2, Milano
L’obiettivo è portare la qualità a Milano. Come cornice i navigli milanesi, dove il piacere degli
occhi si fonde con il gusto, dove la mondanità sposa il saper scegliere. Un
piccolo angolo di mondo, eterogeneo, curioso, in cui offrire i prodotti di
qualità e proporre la riscoperta di gusti quasi dimenticati che sopravvivono
negli angoli più remoti della nostra terra e che fanno del nostro paese la vera
culla dei sensi. Carni pregiate da allevamenti selezionati,
i famosi tagli piemontesi, wagyu italiana, salumi nostrani, formaggi di nicchia stranieri e
italiani come il call'e
crabittu, che richiamano tradizioni lontane, antiche radici e
infine un'ampia scelta gastronomica (comprendente vini di qualità).
Mag Cafè
Ripa di Porta Ticinese 43, Milano
https://it-it.facebook.com/pages/Mag-Cafè
Questo è il “place
to go” per chi sogna di tornare
indietro nel tempo e frequentare i café
pariesinne insieme a Hemingway, Picasso e Sartre, come Owen Wilson
in Midnight in Paris. Clima effervescente, stile Art Nouveau, arte
moderna alle pareti e l’immancabile musica blues e jazz. I cocktail vengono
accompagnati da infiniti piatti di prosciutto, salame, formaggio, taralli e
pane carasau. Come in ogni bar serio, ogni drink ha il suo bicchiere.
Pinch – Spirits & Kitchen
Ripa di Porta Ticinese, 63
https://www.facebook.com/PinchMilano/info?tab=overview
Per i buongustai del bere bene, il Pinch è una tappa obbligatoria. La cocktail list - accompagnata da frasi dedicate all’alcol di grandi celebri bevitori, come Churchill, Best e Wilde - è costruita come un menù da ristorante: entrée, main course e dessert. Si trovano drink con base vermut, amari e liquori italiani (Fernet Branca in primis, ma anche Zucca, Centerbe, Vov) che coniugano passato e futuro sia nelle tecniche di miscelazione che negli ingredienti e nelle ricette.
Rebelot del Pont
Ripa di Porta Ticinese 55, Milano
Rebelot è il fratello
minore del Pont de
Ferr: un po’ bistrot, un po’ tapas e cocktail bar, propone piatti
di nouvelle cuisine.
Lo chef Mauricio Zillo parte dalla ricerca di materie
prime principalmente italiane, stagionali e di alta qualità. Le ricette sono
originali, con l’obiettivo di esaltare il sapore di ciascun ingrediente creando
un piatto che risulti armonioso e gustoso, che soddisfi e incuriosisca al tempo
stesso. Affiancare ottimo cibo a ottimi cocktail che creino un link con il
piatto è la filosofia del cocktail bar.
Rita
Via Angelo Fumagalli 1, Milano
https://it-it.facebook.com/RitaCocktails
Rita&Sons
c/o Mercato Metropolitano
via Valenza 2, Milano
Vero e proprio rifugio per tutti gli amanti dei cocktail creati a regola d’arte che si avventuravano lungo i Navigli milanesi, questo american bar è passato rapidamente dall’essere una perla custodita gelosamente dagli appassionati di beverage al diventare una tappa obbligata della movida. La ricetta di questo successo? Etichette di qualità e tutta la passione della squadra di barman che si concretizza in continue, nuove e imperdibili creazioni da gustare al bicchiere. Fino a ottobre presso il Mercato Metropolitano si trova Rita&Sons, la versione chiriguito di Rita.
Taglio
Via Vigevano 10, Milano
www.taglio.me
La fusione di tante personalità: quattro soci poliedrici, un bartender fra i più attenti alla ricerca, uno chef che è passato dalle cucine d’avanguardia ed è approdato alla tradizione, una direttrice di sala dalle idee molto chiare, una giovane barista formata nel tempio inglese della caffetteria, due ragazzi in cucina impazienti di mettere le mani in pasta. Taglio, oltre che un ristorante, è un caffè, un emporio, un cocktail bar. Eclettico, accogliente è un’alternativa conviviale ai ristoranti più classici, con ottime materie prime e una cura del prodotto invidiabile.
Trattoria 4b
Via Casale 4/b, Milano
Trattoria 4b riporta i commensali all’atmosfera delle vecchie osterie, dove poter assaporare il vero gusto della cucina fresca e casalinga. Grazie alla cucina a vista gli ospiti possono sbirciare il lavoro della brigata e vedere sfornare i piatti preparati al momento.
Ugo
Via
Corsico 12, Milano
Atmosfere romantiche e arredi in legno per un
tuffo nel passato. Un piccolo angolo bohèmien dove ripararsi dalla vitalità dei
Navigli. La cornice da salotto di una Vienna o di una Parigi d’inizio secolo fa
il paio con l’ispirazione vintage dei cocktail presenti sulla carta. Seducenti
creazioni che, però, dietro all’allure d’altri tempi nascondono una continua
ricerca. Grandi classici come il Rabarbaro Zucca ritrovano nuova vita in
composizioni dalla sorprendente modernità. Tutta da scoprire l’ampia selezione
di Gin.